martedì 10 gennaio 2012

Fumo: per smettere non basta il cerotto



FOTO ANSA
 Liberarsi dal vizio del fumo non è semplice. E ora arriva la cattiva notizia che, a quanto pare, l'aiuto di cerotti, gomme da masticare, pastiglie e spray che attenuano la dipendenza è una pia illusione. Le terapie sostitutive della nicotina, secondo una ricerca, si sono dimostrate poco efficaci sul lungo periodo, anche se combinate alla consulenza di esperti. Ma c'è anche una curiosità in positivo: la nicotina aiuta la memoria, tanto che si sta studiando l'utilizzo di questa sostanza come potenziale terapia per i deficit di questa funzione.  
L'efficacia sul lungo periodo delle gomme e dei cerotti per chi vuole liberarsi delle schiavitù delle sigarette è messa in dubbio da uno studio condotto dai ricercatori della Harvard School of Public Health e dell'Università del Massachusetts di Boston (Usa), pubblicato online sulla rivista 'Tobacco Control'. Gli studiosi hanno seguito 787 fumatori adulti in Massachusetts, i quali avevano da poco detto addio alle sigarette. I volontari sono stati intervistati in tre periodi: 2001-2002, 2003-2004 e 2005-2006. A quelli che hanno dichiarato di aver seguito una terapia sostitutiva con nicotina sotto forma di cerotto, chewing-gum, inalatore di nicotina o spray nasale, è stato chiesto se i prodotti erano stati usati in modo continuativo e con l'aiuto di un consulente medico. I risultati hanno mostrato che, per ogni finestra di tempo considerata, quasi un terzo degli ex tabagisti ha segnalato una ricaduta, senza alcuna differenza nel tasso di recidiva tra coloro che avevano usato terapie sostitutive per più di sei settimane, con o senza consulenza professionale. 
 
Un secondo studio mostra però che la nicotina può avere qualche lato buono.  Uno studio italiano, realizzato dall'Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Milano-Segrate in collaborazione conAlice Mado Proverbio, docente di Psicobiologia dell'Università di Milano-Bicocca mostra infatti che la sostanza è in grado di espandere le capacità della cosiddetta "memoria di lavoro", o working memory, cioè del "magazzino" che ospita temporaneamente le informazioni appena apprese al fine di riutilizzarle. La nicotina però limita alcuni processi legati alla scelta e all'avvio del movimento nel cervello umano. L'indagine è stata presentata a Washington, al Congresso mondiale della Society for Neuroscience. "I risultati confermano le scoperte della ricerca neurobiologica sui modelli animali, che evidenziano il ruolo cruciale della nicotina nel trattamento dei principali sintomi del Parkinson, come i disturbi della memoria e le discinesie motorie", spiega Alberto Zani, ricercatore Ibfm-Cnr di Milano-Segrate. Questo è il primo studio a mostrare effetti sulla memoria nell'uomo da parte di questa sostanza, effetti che possono trovare utili applicazioni nel trattamento, non solo del Parkinson, ma anche dell'Alzheimer. 

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