mercoledì 18 gennaio 2012

Brutti ricordi? Non dormirci su



Il riposo alimenta le emozioni negative

FOTO GETTY

Se capita qualcosa di brutto o ci tocca un'esperienza dolorosa, meglio non dormirci sopra: secondo uno studio condotto dai ricercatori dell'University of Massachusetts Amherst (Usa), infatti, il sonno fissa i brutti ricordi e alimenta le emozioni negative. Molto meglio restare svegli per un po': la risposta emotiva a un episodio inquietante o a un evento traumatico viene in questo modo notevolmente ridotta. Inoltre se l'immagine inquietante viene vista di nuovo, o si ha una sorta di flashback, per chi ha dormito l'evento risulta sconvolgente proprio come la prima volta, mentre questo non accade a quanti sono rimasti svegli. 
Secondo i neuroscienziati Rebecca Spencer, Bengi Baran e il loro team, la scoperta potrebbe avere una radice ancestrale: conservando le emozioni negative e i ricordi legati a situazioni spiacevoli o pericolose, si è portati a evitare situazioni simili in futuro, per sé e per la prole. "I nostri risultati hanno un significato importante anche per le persone con un disturbo post traumatico da stress, o per i testimoni oculari nei processi", dice Spencer sul 'Journal of Neuroscience'. "Abbiamo scoperto che, se vedi qualcosa di inquietante, ad esempio un incidente, e più tardi ti viene chiesto di guardare una foto della stessa scena, la risposta emotiva è notevolmente ridotta se sei rimasto sveglio dopo l'accaduto, rispetto a quando invece hai dormito". Lo scienziato spiega inoltre che spesso si fatica a dormire dopo aver assistito a una scena traumatica: in un certo senso il cervello non vuole farlo, per preservarne il ricordo. 
 
Nei loro esperimenti su 68 giovani donne e 38 uomini sani tra i 18 e i 30 anni, i ricercatori hanno esplorato l'ipotesi che il noto effetto di consolidamento della memoria che si verifica durante il sonno sia legato anche a un cambiamento nella risposta emotiva ai brutti ricordi. Inoltre grazie alla polisonnografia in un sottogruppo di volontari, i ricercatori hanno cercato di capire se l'alternanza di periodi di sonno potessero giocare un ruolo nell'elaborazione delle emozioni. Nelle due fasi dell'esperimento, sono state mostrate su un pc ai soggetti che partecipavano allo studio una serie di immagini tristi o felici: ognuno doveva indicare la propria reazione su una scala da uno a nove, caratterizzando le immagini anche come neutre, negative e positive. Dodici ore dopo i volontari hanno guardato un mix di immagini vecchie e nuove. Questa volta dovevano riconoscere le immagini già viste da quelle nuove e poi valutarle. Alcuni soggetti avevano dormito prima della seconda sessione, altri no. I ricercatori hanno scoperto così che il sonno ha avuto effetti significativi sui ricordi dei partecipanti e sui sentimenti evocati. Contrariamente alle ipotesi precedenti, secondo cui dormire può attenuare gli effetti emotivi negativi legati a un evento sconvolgente, il team ha concluso che succede esattamente il contrario.  

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