lunedì 29 agosto 2011

L'uomo oggetto dei maschi


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Zanardo: depilato o in mutande, piace ai gay non alle donne.
di Antonietta Demurtas

Uomini in mutande, a gambe aperte, con i capelli ingelatinati e i muscoli ben oleati. Sciupafemmine dallo sguardo ammaliante che hanno introiettato il modello di uomo tosto e figo. No, non è il paradiso. E neppure la realtà. È pura fiction, quella che ogni giorno è sotto gli occhi di tutti in formato fotografico e televisivo. Basta sfogliare un giornale per vedere che non esistono solo le donne oggetto. E così, dopo Il corpo delle donne, il documentario di Lorella Zanardo che nel 2009 fece scalpore per aver raccontato la strumentalizzazione del corpo femminile, c'è già chi parla del corpo degli uomini. 
Maschi sempre più sviliti e mercificati da tivù e pubblicità, costretti a depilarsi i pettorali per attirare l'attenzione delle donne, a trascorrere ore e ore in palestra per smaltire la pancetta e vedersi rimpiazzati da manichini belli e scemi che assecondano tutti i desideri femminili.
Ma è davvero così? Per la scrittrice e autrice Zanardo non è altro che una boutade. Una provocazione «che suona un po' come una presa in giro, come se il sottotesto fosse: avete visto, voi femministe che vi ribellate, che anche il nostro corpo è mercificato?».
Esclusa qualsiasi i rivalità di genere e aldilà dei toni più o meno sarcastici, il problema è però innegabile: «Quello che sta accadendo anche al corpo degli uomini è gravissimo e noi non siamo assolutamente contente», ha detto Zanardo.
UOMO OGGETTO VOLUTO DALL'UOMO. Ma una differenza sostanziale c'è: «Mentre il corpo delle donne reso oggetto ha come target il maschio, quello dell'uomo ha spesso come riferimento il pubblico gay, quindi sempre uomini». Come a dire: chi è causa del suo male pianga se stesso.
Proprio sull'argomento, Zanardo ha realizzato un'indagine chiedendo alle donne che cosa pensano di questi spot maschili. Il risultato è che certamente alle donne piacciono i bei ragazzi e quindi anche David Beckam in mutande è un bel vedere, «ma non è quello il tipo di seduzione che piace alle donne».
Gambe spalancate e pacco a vista per attirare il pubblico gay
David Beckham in intimo per Armani.
Secondo la scrittrice, infatti, Dirk Bikkembergs o Dolce e Gabbana o Armani sono tutti stilisti che non usano un tipo di seduzione che può fare appeal sulle donne. Al gentil sesso non si può, quindi, imputare di pretendere un uomo oggetto. «Il tipo di seduttore che piace a una donna non è certo uno con le gambe spalancate e il pacco in vista, ma qualcosa di più erotico, meno esplicito».
Quel modello ha invece un altro obiettivo: «Chi conosce quei prodotti sa che il pubblico di riferimento è quello gay, che ha un potenziale di spesa più alto di altri uomini, è il cosiddetto il target high spending».
Non è quindi un'esigenza femminile quella dell'uomo perfetto. E la soluzione per evitare di essere ossessionati dalle cerette e dai muscoli modello Rambo è una: «Mettersi all'ascolto delle donne», ha suggerito la scrittrice. «Invece ascoltano solo se stessi. A loro magari piacciono le tette sode e così hanno traslato: anche alle donne piacciono i pettorali sodi e se li gonfiano», ha aggiunto.
Non che i flaccidi siano proprio appetibili, ma «invece di passare il venerdì sera in palestra, che investano più sulle tecniche seduttive, perché in fondo quei tronisti che vediamo in televisione non sanno proprio dove sta di casa la seduzione».
IL MODELLO FEMMINILE È CLOONEY. Secondo Zanardo, che per anni si è occupata di ricerche di mercato, è invece la pubblicità del caffè con George Clooney a mirare per esempio al target femminile: «Ci sono tutti gli elementi: fascino, glamour, sex appeal».
Sia chiaro, non è che le donne non apprezzano un uomo ben dotato sessualmente, ma il tutto deve essere più allusivo, e «Beckam con le gambe spalancate non lo è. Si mette col pacco in vista simulando quell'erotismo che eccita gli uomini, a cui piace vedere una donna con le gambe aperte. È tutta una questione di gusti maschili».
SI TEME L'EROTISMO DELLE DONNE. Invece, sono poche le pubblicità italiane che fanno presa sulle donne dal punto di vista sessuale, «perché l'Italia è un paese bigotto». Zanardo ha ricordato che spot come quelli che si vedono in Spagna in cui per esempio una donna improvvisa un orgasmo davanti all'agente immobiliare prima di decidere se comprare casa, o davanti all'urna elettorale prima di infilare la scheda, «perché votare è eccitante», qui sono impossibili. «Non si vuole mostrare l'erotismo delle donne. Di questo, i maschi hanno davvero molta paura». Non sono, quindi, i muscoli o le gambe depilate a mandare in visibilio il sesso debole.

Zanardo: «Spot che non condizionano l'uomo»
La pubblicità di D&G che ritraeva i calciatori Cannavaro, Zambrotta, Gattuso, Pirlo e Blasi in mutande.
Inoltre, fermo restando che la mercificazione del corpo «non fa piacere a nessuno», tra quella degli uomini e quella delle donne c'è una grande differenza: «L'oggettivazione del corpo femminile ci limita fortemente e diminuisce la nostra potenzialità di individui», ha denunciato la scrittrice, «se io faccio un colloquio di lavoro con una persona che ha appeso al muro un calendario con donne nude, questo influenza sia me perché mi identifico con l'oggetto, sia la persona che mi deve selezionare, che ha una visione particolare della donna orpello».
Invece, l'uomo nella sua quotidinaità non è condizionato da questi spot. «Un dirigente può avere sulla scrivania la pubblicità di Dolce e Gabbana con un uomo super dotato, ma se ha davanti a sé un ragazzo che deve assumere, non lo oggettivizza».
POCHE DONNE NEI CDA. Questo accade anche perché il fenomeno della mercificazione maschile è molto recente e non influenza la vita dell'uomo. Quella della donna, invece, è condizionata da ormai troppo tempo. Basta vedere come in Italia, nei consigli di amministrazione, le signore sono così poche: «Succede perché ci sono dirigenti anziani che comunque identificano le donne come incapaci, pensano alle soubrette, alle ballerine».
Italiani retrogradi? «Molto, anche i giovani 40enni fanno molta fatica ad accettare una reale parità». Un esempio? «È comune vedere delle belle ragazze fidanzate con uomini brutti, mentre è rarissimo notare uomini belli accompagnati da donne poco piacenti. Demi Moore che è pur bellissima sta con un ragazzo molto più giovane di lei e per questo è ancora criticatissima. Allora, di che discriminazione parliamo?», si è chiesta Zanardo. Che ricorda quando, tre anni fa, Michele Placido a 63 anni ebbe una bambina da una donna di 23 anni: «I titoli dei giornali erano tutti sul genere: che stallone, che figo. Invece il contrario è ancora visto come qualcosa di blasfemo, perché ribalta il concetto della donna che viene scelta dall'uomo».
Insomma, ancora oggi, «una donna autonoma, libera che non è soggetta troppo ai diktat del mercato, che riesce a pensare con la sua testa ed è padrona della sua sessualità fa una paura terribile».
Il vero problema è il narcisismo

Quindi alla domanda: 'Se non ora quando?', rilanciata dagli uomini in maniera provocatoria, Zanardo risponde: «Basta con questo tentativo di «ingabbiarci come donne femministe e bacchettone». Come è successo davanti alle critiche del manifesto del Partito democratico (Pd): «È chiaro che non aveva nulla di scandaloso, però prendere una donna senza testa con la gonnellina che svolazza, e scrivere: il vento sta cambiando, vuol dire che non hai proprio capito niente. Piuttosto era meglio mettere una donna nuda, ma attiva. Invece, come in tivù, vanno per la maggiore le donne servili, in ginocchio, a cui fanno fare la figura delle idiote come nella trasmissione della Pupa e il secchione».
RIVISTE MASCHILI SPINTE DAL MARKETING. Zanardo ha respinto, infine, in toto, la responsabilità di un uomo mercificato per volontà femminile. Le riviste maschili che lo propongono sono spinte dal marketing, «e spesso sono ignoranti e autoreferenziali». Zanardo sorride davanti a certi titoli tipo: come farla godere cinque volte in una sera; cosa mangiare per farlo sempre più spesso.
In realtà non sono desideri femminili, ha spiegato, «una donna evoluta sa che la chimica tra uomo e donna non è certo data da un centimetro in più di muscolo. Che pure conta».
Bisogna invece stare attenti a «una forma di narcisismo maschile sempre più dilagante». Zanardo ricorda una scena cult del film Lola corre, in cui un uomo palestrato e preso da sé va a letto con Lola e per tutto il periodo dell'amplesso si guarda alla specchio.
Lorella Zanardo, scrittrice e autrice del documentario "Il corpo delle donne".

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