lunedì 5 settembre 2011

MANGIA CHE TI PASSA


Il rapporto  che ciascuno ha  con il cibo ha origini nell’infanzia.Il cibo puo’ essere semplicemente usato per nutrirsi e assunto quando si ha fame oppure avere un altro ruolo legato agli stati emotivi( il cibo come gratificazione, conforto, sostituto dell’affetto, arma di ricatto, di offesa).
Penso che sia capitato a tutti di desiderare un particolare piatto che ci ricorda e ci fa rivivere determinati momenti piacevoli,il luogo in cui siamo cresciuti….
Questi cibi vengono chiamati soul food,cibi dell’anima.
Personalmente, per esempio, il riso e latte mi ricorda alcuni momenti gioiosi dell’infanzia.Ci sono poi i ‘comfort food’ cioe’ tutti quei cibi che ci gratificano e ci consolano Secondo una ricerca quando siamo contenti il primo cibo della lista che scegliamo per gratificarci e’ il gelato seguito dal cioccolato mentre se siamo tristi le donne  scelgono biscotti e gli uomini pizza e bistecca.
Il tipo di comfort food scelto quindi dipende dal tipo di emozione.Per esempio, le persone annoiate si fiondano su un sacchetto di patatine mentre per calmare l’ansia i carboidrati( pasta…) danno un senso di tranquillità e di benessere, perché contribuiscono ad elevare il livello di serotonina nel sangue.

PERCHE’ IL CIBO CI FA SENTIRE MEGLIO?
 
Il primo approccio col cibo appena nati e’ legato al nostro contatto con la madre che ci allatta e che ci tiene in braccio( l’allattamento al  seno o col biberon non ha importanza in se’ ma e’ il contatto che ci comunica l’equazione cibo/amore).
Questa equazione si rinforza via via quando ci vien data una caramella o un dolce per premiarci,consolarci.Questo accade nell’infanzia e si ripete nella vecchia.
Avrete notato,se siete a contatto con una persona anziana,che la sua giornata e’ scandita dai pasti.Gia’ ore prima di pranzo o cena l’anziano aspetta ed entra in ansia se si ritarda.
L’abitudine di ricorrere al cibo per consolarsi nei momenti di stress puo’ diventare potenzialmente problematica e sfociare in un rapporto distorto col cibo.
Il vuoto che spesso sentiamo nella nostra vita quotidiana viene riempito col cibo che e’ nient’altro che il sostituto di qualcosa d’altro…un abbraccio,una parola amica,l’amore di qualcuno,essere accettate/i.
Si compensa la mancanza di calore introducendo calorie.Se manca qualcosa ALLA BASE cosa possiamo fare? Come cambiare la situazione?
Ogni cosa che ci succede ci fa reagire.IL fatto in se’ e’ neutro.E’ il nostro atteggiamento che da’ il colore positivo o no a cio’ che ci succede.
Agire con consapevolezza invece che semplicemente RE-AGIRE fa parte di un percorso di crescita e spesso nessuno ci ha insegnato come porci di fronte agli altri,come
dialogare con se stessi,come utilizzare le nostre capacita’ per migliorare la qualita’ della nostra vita e dei nostri rapporti personali.  
Spesso  i comfort food ,
come vengono  chiamati, sono la risposta a stati d’animo quali:
la rabbia .Siamo arrabbiate/i con qualcuno,per qualche situazione o con noi stesse
 Il cibo in questo caso impedisce di affrontare la rabbia attutendola col cibo.E’ piu’ facile mangiare qualcosa  ( passività) che attivarsi per risolvere quello che non va.
apatia,impotenza .Ci sentiamo come se qualsiasi cosa facciamo le cose rimarranno come prima o peggioreranno,Questo atteggiamento e’ tipico di uno stato depressivo se persiste.Il cibo in questo caso riempie un vuoto emotivo e cosi’riempiamo lo stomaco
mancanza di controllo.Si ha la sensazione di non avere in mano  la propria vita,Altri o le situazioni decidono al posto nostro.Allora almeno sul cibo cerchiamo di  avere il controllo decidendo quando e quanto mangiare
sentirsi poco apprezzate /i per quello che facciamo a casa,sul lavoro.
Vorremmo che qualcuno notasse il nostro impegno e ci facesse i complimenti.Allora compensiamo col cibo o spesso coi dolci.Giusto fare a se stesse un complimento,trattarsi bene,prendersi cura di se’.Se questo pero’ diventa l’unico modo…..
noia Accade spesso di avere dei vuoti,dei tempi morti,di trovarsi da sole/i con se stessi,
Non troviamo niente da fare,nessuno ci chiama.Non c’e niente che occupi la nostra mente se non pensieri negativi,Il cibo allora diventa il sostituto della compagnia e ci aiuta a passare il tempo.
LA FAME EMOTIVALa fame emotiva non ha nulla a che fare con il senso reale di fame ma riguarda il’come ci si sente’.
Si usa il cibo o un particolare cibo per superare un disagio. perche’ si ha l’impressione di ‘prendersi cura di se’’
Il quando si presenta questa fame e’ assolutamente soggettivo (nel pomeriggio, alla sera, prima o dopo cena, oppure, in modo intermittente, nel corso della giornata).Il sollievo e’ temporaneo perche’ quando si termina  il gelato o il dolce di solito ci si arrabbia con se stessi o ci si sente in colpa per aver mangiato o ci si sente una frana fino a odiare la propria immagine riflessa nello specchio.
Perche’ allora lo si fa? per distrarsi temporaneamente dalle proprie emozioni negative.

FONTE:
http://counseling.piuchepuoi.it/55/pianeta-cibo-mangia-che-passa

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