giovedì 15 settembre 2011

Faticare in bicicletta allunga la vita



FOTO DAL WEB
La bicicletta ha tutte le virtù. E’ sana, ecologica, amica del risparmio e della buona salute. Andare sulle due ruote fa bene al corpo e all’umore: chi la adopera tutti giorni per andare e tornare dall’ufficio o scuola (e si tratta di milioni di persone) fa una scelta giusta e un vero regalo a se stesso. Basta una pedalata di 15-30 minuti per stare meglio, anche se il favore che facciamo a noi stessi non dipende tanto da quanto tempo si trascorre in sella, ma da quanta fatica si fa.
Spiega Giovanni Posabella, specialista in medicina dello sport ed esperto di omeopatia, omotossicologia e discipline integrate: “L’esercizio fisico, se fatto in modo continuativo e senza esagerare, può apportare enormi benefici. Andare in bici aiuta a migliorare l’attività cardiovascolare, che agevola a sua volta la prevenzione di varie patologie metaboliche quali il diabete o l’obesità. Inoltre maggiore è l’attività fisica, maggiore sarà il numero di nuovi capillari per l’afflusso di sangue e ossigeno. Aumentando l’ossigenazione del muscolo diminuisce l’affaticamento, evitando sgradevoli sensazioni d’affanno”.
Lo specialista aggiunge che il movimento specifico che il corpo compie andando in bicicletta è benefico anche per le giunture e le articolazioni: in pratica serve a “oliare” in modo continuativo ginocchia e caviglie, che così vengono ossigenate, diminuendo il rischio di artrosi e osteoporosi. Naturalmente occorre mantenere  sempre una postura biomeccanica corretta: la posizione ideale varia da persona a persona, ma in generale non va bene stendere al massimo la gamba durante la pedalata: occorre conservare un minimo di angolazione, per non  sovraccaricare i tendini. Pedalare, infine, ha un effetto benefico sull’umore. “L’esercizio fisico stimola endorfine – spiega Posabella – sostanze che ci procurano una sensazione di benessere che si ripercuote su tutta la persona. Si innesca quindi un meccanismo di metabolismo equilibrato, che migliora con la luce del giorno e si abbassa di notte consentendo sonni più distesi”.
Se poi riusciamo a non essere pigri, ma a metterci un po’ di sprint, è ancora meglio. Uno studio condotto in Danimarca e presentato a Parigi al congresso della Società Europea di cardiologia (Esc), ha scoperto infatti che pedalare regala fino a oltre 5 anni di vita all’uomo e quasi 4 alla donna, ma che per portare a casa il risultato bisogna sudarselo. Le conclusioni del gruppo di Peter Schnohr, del Bispebjerg University Hospital della capitale danese, provano che non è la durata dello sforzo, bensì la sua intensità a fare la differenza. Insomma, è la fatica l’elemento che permette agli amanti dell’eco-mezzo di ottenere una riduzione della mortalità per tutte le cause, e in particolare per le malattie coronariche. I ciclisti che pedalano più veloci sopravvivono infatti 5,3 anni in più rispetto a quelli che andavano piano, mentre quelli che procedono a media velocità guadagnano 2,9 anni. Anche le donne dalla pedalata più energica mostrano un beneficio, ma il loro “bonus” di vita guadagnata è di 3,9 anni (andatura veloce) e a 2,2 (lenta).

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