mercoledì 14 settembre 2011

Perché è tanto difficile seguire una dieta?



(articolo della Dott.ssa Paola Liscia )

Le persone che solitamente devono seguire una dieta, sia per problemi di sovrappeso che di sottopeso, nei periodi che precedono e seguono le più importanti festività dell’anno sono accomunate da un pensiero costante sul cibo.
Nella loro mente comincia a insinuarsi il pensiero ricorrente: “Come posso fare per evitare di rinunciare alle prelibatezze che in questi giorni mi piacerebbe mangiare?”
Per alcuni la soluzione al problema avviene con la decisione di intensificare l’attività fisica, sia prima che dopo le feste, pensando che se ci si muove un pò di più si possono prevenire e smaltire chili in eccesso. Per chi ha difficoltà nel praticare l’attività fisica, comincia un regime ferreo di rinunce nell’attesa di poter assaporare i cibi tanto desiderati ed eliminare in seguito quelli assunti in eccesso.

Queste soluzioni sono il frutto di luoghi comuni e buon senso, ma non riescono a portare i risultati voluti, la conseguenza è l’aumento della frustrazione per gli inutili sacrifici fatti e la riduzione dell’autostima per l’inefficacia del proprio comportamento.
Per chi manifesta costantemente questo tipo di disagio, potrebbe essere utile imparare ad affrontarlo da un punto di vista differente, pensando al cibo non solo come a un nutrimento per il corpo, ma anche per l’anima. Speso per eliminare le emozioni che creano angoscia le persone mangiano, ingrassando nel tentativo di soffocarle sotto ogni tipo di golosità, il Natale per esempio si presta a questo tipo di comportamento.
E’ un momento molto delicato dove solitamente le famiglie, i parenti e amici stretti si incontrano a tavola, attivando tutta una serie di emozioni che vengono affrontate mente si mangia. Mandare giù un boccone di fretta o mal masticato, non soffermarsi nel sentire il sapore del cibo, mangiare sino a sentirsi male, rifiutare il cibo quando se ne avrebbe bisogno, sono solo alcuni dei comportamenti che coprono un malessere sottostante.

Chiedere il consiglio di un esperto su cosa e come mangiare può essere inutile se il problema non è avere una dieta da seguire, ma controllare e gestire gli stati emotivi che portano a mangiare male.

E’ importante sapere che è fondamentale fare colazione e che servono cinque pasti al giorno per stare in forma, ma lo è altrettanto saper ricercare il problema in quella fame che non si sazia con il cibo, e che deriva da un malessere profondo e non dalla necessità di nutrirsi. Sicuramente non saltare i pasti e non trascurare l'alimentazione è importante, ma nello stesso tempo occorre saper riconoscere il tipo di fame per rispondere in modo adeguato ad essa. Per capire meglio cosa accade si possono distinguere 2 tipi di fame, una reale e una emotiva.

La fame reale è quella a cui rispondere con il cibo, si presenta ogni tre ore circa, inizia con un brontolio dello stomaco e ci lascia il tempo di organizzarci per decidere cosa mangiare, poiché cresce piano, se viene trascurata si diventa nervosi, irritabili e si hanno anche giramenti di testa, ma la cosa fondamentale è che se si mangia si placa.
La fame emotiva arriva, invece, dirompente, urgente, non ci permette di organizzarci e di scegliere, ma la cosa importante è che non si placa mangiando. Dietro questa fame c'è l'abitudine di rispondere con il cibo a stati d'animo ed emozioni che richiedono di essere affrontati in modo diverso. Probabilmente che ne soffre sin da piccolo è stato abituato ad esser nutrito quando era nervoso o annoiato confondendo le richieste emotive con la richiesta di cibo.

Questa errata interpretazione, anche se avvenuta in buona fede, una volta divenuti adulti è continuata, accompagnata spesso dalla scarsa autostima dovuta sia alla difficoltà nel controllare l’alimentazione sia alla presenza di un aspetto fisico mal accettato. Imparare a distinguere l’origine della propria fame, può essere la base di un processo di cambiamento, perché consente a chi ha questa difficoltà, di affrontarla in modo adeguato e di abbandonare la frustrazione per una dieta inutile. Scegliere di iniziare un percorso terapeutico può aiutare a ristabilire la corretta lettura dei bisogni; solo se si riesce a capire cosa sta dietro la fame si può rinunciare al cibo quando non è necessario e tentare di soddisfarne il bisogno emotivo che le sta dietro. 

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