mercoledì 21 settembre 2011

Scuola e bimbi stranieri nelle classi


Scuola e bimbi stranieri nelle classi

Mi è arrivata questa e.mail da parte di una mamma che mi ha fatto molto riflettere e che vi voglio sottoporre per uno scambio di pareri e opinioni.
“Gent.ma Sig.ra Maria Nigo, ma soprattutto Collega Mamma,
sono la mamma di un bambino che frequenta la terza elementare.
Lunedì scorso, primo giorno di scuola, mio figlio mi ha riferito dell’inserimento nella classe di un bambino straniero che non parla una parola di italiano.
L’art. 36 della L.n. 40 del 1998 garantisce per i minori stranieri il diritto allo studio, ma nulla prevede circa una concreta e corretta attuazione.
Pur riconoscendo l’alto valore del progetto educativo della nostra società formato sugli ideali di uguaglianza, non aderendo ad un’ipocrita e non utile (anche per il medesimo bambino straniero) buonismo, mi pongo una riflessione circa le criticità, soprattutto per la consapevolezza che un corretto e sereno inserimento dei bambini immigrati è anche una forma di prevenzione sociale razionale che mira ad evitare lo sviluppo di problematicità (le aspettative dello stesso bambino straniero, l’immagine che ha di sé, della propria cultura, il valore che dà alla diversità, propria e degli altri,il suo grado di apertura, ecc.).
Attesa la vitale necessità di alfabetizzazione della lingua italiana del medesimo bambino e la contemporanea esigenza di affrontare un processo di “appaesamento” con tutti i “conflitti” che ne derivano, mi chiedo come è possibile conciliare tutto ciò anche con le esigenze didattiche di una classe così impegnativa come è la terza elementare, soprattutto alla luce di programmi che hanno previsto già in seconda elementare lo sviluppo dell’analisi grammaticale, mentre ieri gli stessi bambini si sono trovati ad “iniziare” l’alfabeto.
Non ultimo corre l’obbligo, senza false ipocrisie, di osservare che l’accettazione, l’adattamento non è una mera aggiunta, passa per il modo di pensare e di agire del medesimo bambino, l’apprendimento linguistico non è frutto di traduzione simultanea, ma di un abbinamento a livello cognitivo, il linguaggio veste il pensiero e si corre il rischio di farlo sentire ancora più straniero nel senso di disagio, inadeguatezza.
Ringraziando per la cortese attenzione e fiduciosa nel prezioso confronto, cordialmente saluto”.
Sinceramente non so cosa rispondere. Mi prenderò il weekend per pensarci su.
In classe di Marco ci sono 3 bambini stranieri. L’anno scorso alcuni di loro non parlavano neppure una parola di italiano. Ma è una scuola materna. Giocano e imparano. Non ci sono attività didattiche come nelle elementari. I bambini stranieri hanno avuto tutto il tempo di integrarsi e di imparare anche la nostra lingua.
Uno di questi è diventato anche uno dei migliori amici di mio figlio e io ne sono stata ben contenta.
Ma il contesto, mi rendo conto, è completamente diverso.
In una classe elementare già avviata, come la terza, un inserimento di quel tipo rischia di frenare l’attività didattica anche degli altri bambini.
Anche se… a volte i bambini ci stupiscono! Hanno capacità di adattamento e apprendimento che superano ogni nostra aspettativa.

http://vivalamamma.tgcom.it/wpmu/2011/09/scuola-e-bimbi-stranieri-nelle-classi/

1 commento:

  1. Io sono un'insegnante di una terza elementare..e pur non avendo bambini stranieri proprio ieri ho proposto di nuovo l'alfabeto, perchè è nel programma l'obiettivo di mettere in ordine alfabetico (comprese le lettere straniere ykjxw)parole che iniziano con lettere ugluali...sembra facile ma vi assicuro che è un meccanismo che si acquisisce col tempo... per quanto riguarda i bambini stranieri ne ho avuti diversi nella mia carriera e anche contemporaneamente di diversi Paesi. certamente c'è un momento "critico" che si supera nel giro di poche settimane (sono stati inseriti anche ad anno iniziato dalla prima alla quinta) solitamente si cerca di mettere il bambino nella classe precedente alla propria età, ma non di più, si sentirebbe a disagio con compagni molto più piccoli di lui... tutto sta nella professionalità e competenza della maestra nel gestire la situazione..comunque i bambini imparano alla svelta l'italiano sia giocando tra loro sia a casa mediante i cartoni animati alla tv.. non credo che la classe ne risentirà troppo...sia serena...auguri a lei alla classe e alla collega!

    RispondiElimina