giovedì 29 settembre 2011

Amico mio, ti voglio come me



Non un clone, ma con interessi comuni

Chi trova un amico trova un tesoro: in effetti tutti noi sappiamo quanto è difficile incontrarne uno vero. Eppure, per avere le migliori possibilità di instaurare un rapporto che "funzioni", basta cercare una persona simile a noi. L'amico ideale, infatti, condivide i nostri gusti, i valori e gli interessi. Ha ragione il vecchio proverbio secondo cui "chi si somiglia si piglia?" Una ricerca statunitense dimostra che quanto più aumentano le possibilità di scelta, tanto più gli amici sono simili fra loro. 
La similitudine che garantisce lunga vita a un rapporto amicale non è però il perfetto specchio che caratterizza i gemelli identici. Servono però alcune somiglianze importanti, per rendere più semplice l'interazione tra persone.  Così, quando si ha la possibilità di scegliere, si finisce per fare amicizia, o anche innamorarsi, di persone con cui abbiamo in comune la nostra attitudine nei confronti della vita, le convinzioni religiose e magari anche quelle politiche. Che succede, invece, quando la scelta è meno abbondante? Angela Bahn del Wellesley College, insieme a Chris Crandall e Kate Pickett dell'University of Kansas, ha confrontato i piccoli college del Midwest (con una media di circa 500 studenti) con un maxi-college da oltre 25.000 studenti. I ricercatori hanno osservato coppie di studenti che interagivano in pubblico, interrogandoli poi su atteggiamenti, credenze e stile di vita. 
 
Così si è visto che, per quasi ogni atteggiamento e comportamento presi in considerazione, gli amici del campus più grande erano molto più simili tra loro rispetto a quelli che studiavano nei college più piccoli. Questo, spiegano i ricercatori, si spiega perché nel primo caso i ragazzi potevano scegliere i loro amici, mentre era molto più complicato in un gruppo più ristretto. Spiegano i ricercatori: "La gente preferisce fare amicizia con persone simili a se stessi. Ma si può solo scegliere tra le alternative disponibili, un po' come in un supermercato", concludono i ricercatori.  

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