sabato 3 dicembre 2011

La tavola è un piacere anche se si è a dieta



FOTO GETTY
 Mangiare è soprattutto un grande piacere. è sinonimo di salute, di stare bene, di convivialità da condividere. Una gioia che non viene meno neppure quando ci si sottopone a qualche rinuncia alimentare per rimettersi in forma e sentirsi belle. La pensano così due italiane su tre, anche se non manca una piccola percentuale di donne che che vive il momento di mettersi a tavola con una certa ansia o comunque con uno stato d'animo negativo. 
La fotografia arriva da melarossa.it, il sito dedicato all'alimentazione e al benessere, che da quasi dieci anni fornisce diete personalizzate gratuite, elaborate con la consulenza scientifica  della  SISA - Società Italiana di Scienza dell'Alimentazione. Per scoprire quale rapporto caratterizza le donne nei confronti del cibo, Melarossa ha chiesto alle sue lettrici "Che cosa vuol dire mangiare per te?" La domanda è stata proposta in particolare alle donne tra i 25 e i 35 anni. Ne è emerso un ritratto carico in prevalenza di positività:  anche per chi vuol dimagrire di qualche chilo e si sottopone a un regime alimentare attento ed equilibrato, il fatto di mettersi a tavola è comunque un piacere. Lo afferma il 67% del campione, secondo cui mangiare è sinonimo di salute, con un'influenza positiva anche sulla sfera emotiva (secondo il 7,3% degli utenti "è un antistress") e sociale (“è un momento da condividere”, per il 5,6%).  
 
A dire il vero, non manca una certa quota di persone, una donna su quattro, però, vive male il fatto di mettersi a tavola: il 4,1% prova ansia e per l’8,8% è addirittura un’ossessione. Non manca poi un 11% per il quale mangiare è soprattutto sinonimo di ingrassare. Infine c'è un 8,5% di consumatrici per così dire "agnostiche", secondo le quali mangiare è semplicemente un'abitudine o addirittura, un modo per passare il tempo (3,7% delle risposte). 
 
“Da questo sondaggio si evidenzia quanto l’andare a tavola rappresenti non solo un atto “necessario” ma anche un momento di piacere",  commenta il dott. Luca Piretta, della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione - Questa considerazione che appare banale, non è invece recepita da una buona fetta di persone che vivono l’alimentazione come un momento di stress o un’ossessione.“ Questo vale maggiormente per il sesso femminile e significa che c’è ancora molto da lavorare in termini di educazione alimentare a cominciare dalla famiglia e dalla scuola. Che cosa si può fare? “E’ nel periodo dell’infanzia – ricorda Piretta - che si crea il primo rapporto con il cibo ed è in questo periodo che bisognerebbe gettare le basi per una corretta alimentazione che tenga conto sia degli aspetti di salute nutrizionale che di quelli ludici e gratificanti.”

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