domenica 18 dicembre 2011



Il decalogo anti-sprechi dei dietisti

A Natale non solo si mangia molto più del dovuto, ma il desiderio di offrire alla famiglia e agli amici una tavola ricca e festosa fa lievitare a dismisura lo spreco di alimenti anche molto ricercati e costosi. In un anno in cui la situazione economica ci impone di prestare qualche cautela, ecco allora una riflessione e un decalogo anti-spreco proposto dall'Associazione nazionale dei dietisti italiani (Andid). 
Lo spunto è offerto da alcuni dati diffusi dall'ONU: ogni anno un terzo del cibo prodotto sulla terra, pari a circa 1,3 miliardi di tonnellate, viene perso, sprecato, buttato. Nei Paesi ricchi, tra cui l'Italia, finiscono nell'immondizia 222 milioni di tonnellate di alimenti l'anno. In Europa e Nord America si stima che  lo spreco alimentare sia addirittura pari a circa 100 chili di cibo a persona ogni anno. Il periodo festivo, poi, si trasforma in vero e proprio tour de force alimentare, dopo il quale ci si ritrova anche con quattro o cinque chili di "ciccia" in più.
 
"Da sempre - spiega la presidente Andid, Giovanna Cecchetto – le feste natalizie e di fine anno sono l'occasione per condividere tavole imbandite. Anche in epoche in cui non regnavano certo disponibilità di cibo e denaro paragonabili a quelle di oggi, vigeva l'usanza di creare ricette elaborate, a base di ingredienti prelibati e particolarmente ricchi in grassi, zuccheri e calorie. Ma a differenza di oggi, quei cibi erano destinati a durare anche dopo le festività e venivano 'centellinati' nel tempo grazie alla pratica del riciclo, cioé di una vera creatività culinaria che trasformava gli avanzi, in piatti altrettanto gustosi e nutrizionalmente adeguati. Oggi non è più così. Si butta tutto". 
 
In questo modo molti cibi buoni e gustosi finiscono nella spazzatura. Secondo dati Istat lo spreco dipende dal fatto che si acquistano quantità eccessive (40% dei casi), perché ci siamo fatti convincere da accattivanti promozioni, come  "prendi tre paghi due (21%), i cibi sono scaduti o sono andati a male (24%), non sono piaciuti (9 %) o non servivano proprio (7%).  
 
Ecco allora il decalogo dei dietisti per un "Natale sostenibile" e che non gravi troppo sul portafogli… e sul piatto della bilancia, quando controlleremo la nostra linea a Feste finite: 
 
1) Non arrivare affamati al momento dei pranzi.
2) Ascoltare e rispettare i segnali di sazietà
3) Evitare pani e grissini vari tra una portata e l'altra
4) Evitare di farsi versare il vino più volte, bere a piccoli sorsi controllando la quantità e non bere superalcolici
5) Se si conosce il menù, dare preferenza ai piatti più graditi ed evitare quelli meno graditi. Alternare piatti più ricchi di grassi e condimenti con altri meno ricchi e prevedendo sempre dei contorni di verdura.
6) Farsi servire porzioni piccole/moderate
7) Non rinunciare alle verdure, che aiutano a saziarsi
8) Acquistare alimenti nella quantità corretta e proporzionata al numero degli invitati.
9) Non lasciarsi tentare da offerte e sconti e limitare eccessive scorte di alimenti
10) Approfittare del tempo libero per muoversi un po'. 
 
Qualche cautela è d'obbligo anche tra un pasto e l'altro: 
1) Non saltare la colazione, anche se ci si alza tardi, caso mai ridurne la quantità; 
2) Nel pasto precedente a quello di festa, consumare un primo piatto leggero, tipo una zuppa di verdure, cereali e legumi o una piccola porzione di pasta o riso (conditi con pomodoro o verdure o all'olio crudo), oppure: un secondo
a base di pesce o carne bianca bolliti o alla piastra o 1 o 2 uova, un contorno di verdura bollita o cruda e frutta; 
3) Nel pasto successivo ascoltare il segnale di fame, e in relazione alla sua intensità consumare una leggera minestra o un passato di verdure, o un po' di pane con verdura o della frutta.
 

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