martedì 18 ottobre 2011

sull’uso del computer in caso di disgrafia (di granelli di psicologia)



Qualcuno può chiedersi se l’utilizzo del computer non sarà in grado in un prossimo futuro di sostituire la scrittura a mano (e sollevare perplessità sulla diffusione della professione di rieducatore) ma questa rimane il modo più semplice di comunicazione scritta nell’uso quotidiano oltre all’importanza giuridica che comunque riveste la firma come assunzione di impegni e responsabilità.  Inoltre ricerche in campo bioneurologico affermano che l’atto grafico attiva gradualmente capacità cognitive, motorie e linguistiche, abbia cioè benefici sullo sviluppo cerebrale del bambino. Secondo Chomsky, poi,  la conquista della scrittura avviene attraverso un notevole lavoro di concettualizzazione basato sulla progressiva formulazione di ipotesi sul funzionamento della scrittura, il bambino cioè procede per prove ed errori secondo tappe evolutive individuali.
In molti casi sostituire la scrittura a mano con quella al computer corrisponde al girare le spalle ad una difficoltà, nasconderla, non risolverla. E’ chiaro che ogni situazione è diversa dalle altre e che non esistono regole precise, ma il computer, e talvolta anche lo stampato maiuscolo, vengono scelti dall’adulto con troppa facilità non tenendo conto del riscontro emotivo che può avere nel bambino il mettere da parte le sue letterine. Non dimenticherò mai la gioia di una ragazzina che mi mostra la sua carta di identità con la sua bella firma in corsivo.
Irene

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