martedì 22 novembre 2011

La porta che uccide la memoria



Come scatta il black out del ricordo

FOTO GETTY
08:20 - L'esperienza è comune: entriamo in una stanza e all'improvviso non sappiamo più che cosa siamo venuti a fare o a cercare. Ora una ricerca scientifica porta nuova luce su questi improvvisi e frustranti "black out": il fatto di attraversare una porta crea una sorta di "confine mentale" capace di "inghiottire" il ricordo. 
Lo studio è stato condotto dagli psicologi dell'università di Notre Dame guidati da Gabriel Radvansky, i quali indicano come causa del fenomeno il fatto di attraversare una porta. "Entrare o uscire da una porta - spiega Radvansky sul 'Journal of Experimental Psychology' - forma nella mente una sorta di 'confine' degli eventi, che mette in moto un processo di archiviazione involontaria dei pensieri. Dunque, richiamare la decisione o l'attività che si stava svolgendo nell'altra stanza è difficile perché è stata giù inserita nella memoria", in un compartimento ben preciso.
 
Gli esperti sono giunti a queste conclusioni dopo tre esperimenti diversi, condotti su un gruppo di studenti ai quali è stato chiesto di ricordare alcuni pensieri muovendosi in una stanza o passando da un ambiente all'altro di una casa. Il  primo test è stato condotto con l'aiuto della realtà virtuale, il secondo in un'abitazione vera e il terzo per verificare, come avevano suggerito studi precedenti, se non sia più facile ricordare pensieri che si sono formati in un determinato luogo, tornando proprio in quel luogo. Eppure non c'è stato niente da fare: Radvansky e il suo team hanno verificato che ricordare un pensiero tornando nello stesso posto dove si è formato serve a poco se il soggetto è passato attraverso una porta. Fatto che ha confermato la teoria: un uscio è una sorta di "confine mentale" che il nostro cervello crea automaticamente, dal quale i ricordi emergono con più difficoltà.  

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