sabato 10 novembre 2012

Pari opportunità, ancora un'utopia



Un sondaggio paneuropeo: ancora discriminazioni

Le discriminazioni tra uomini e donne sono un retaggio del passato o una realtà ancora diffusa? Secondo un sondaggio paneuropeo, la parità tra i sessi è ancora un obiettivo lontano da raggiungere: le differenze di trattamento per le donne continuano a perdurare nella società, sui media, al lavoro e in famiglia nei diversi Paesi europei. 
L'indagine è stata condotta dal gruppo aufeminin.com, rappresentato in Italia dal portale alfemminile.com. Secondo il sondaggio, anche se la metà delle utenti italiane (54%) si sente in genere trattata in maniera paritaria rispetto ai colleghi uomini sul posto di lavoro, resta un 39% che denuncia differenze di trattamento. E' da segnalare anche un 44% di italiane che ha subito discriminazioni minime sul posto di lavoro, e una quota pari che ha dichiarato di non aver mai rilevato alcuna ingiustizia nei propri confronti. Le vere e proprie ingiustizie sul posto di lavoro sono però ancora presenti in percentuale significativa: se ne lamenta nel mostro Paese più di 1 donna su 4 (29%): la maggior parte di loro (77%) si è rivolta ad un tribunale per ottenere giustizia. Se quasi la metà (45%) è venuta a conoscenza di casi di sessismo dai media, minori percentuali hanno sentito denunciare storie del genere all’interno della cerchia di amici (24%) o della famiglia (11%). Va meglio, invece, in Francia e Germania, dove più del 60% del campione si sente considerato allo stesso modo.
 
Tutti i Paesi interessati dal sondaggio sono però concordi nel dire che le discriminazioni sessuali sul mercato del lavoro sono una realtà diffusa. Ne sono convinte ad esempio il 76% delle italiane e ben l’81% delle francesi. L’85% delle italiane appoggia in modo determinato politiche di pari opportunità nel mercato del lavoro, ma nel quotidiano, il 39% delle donne dichiara di percepire un salario inferiore a quello del proprio partner, mentre la stessa percentuale (39%) guadagna circa la stessa cifra.  
FOTO DAL WEB
L'abitudine a inquadrare uomini e donne secondo gli stereotipi di genere è attribuita soprattutto all'educazione ricevuta in famiglia (67%), anche se la metà degli intervistati (50%) asserisce di aver ricevuto dalla famiglia un’educazione improntata sulle pari opportunità. Il 40%, poi, indica che la propria famiglia ha, in concreto, aderito alle tradizionali distinzioni dei compiti secondo i sessi. L’88% dichiara di preferire un modello famigliare paritario, dove uomo e donna siano egualmente dedicati al lavoro e al mantenimento della famiglia. Nel 61% dei casi, però, il modello prevalente è quello misto, dove entrambi i coniugi lavorano, ma in cui è la donna la responsabile delle faccende domestiche. E’ interessante notare che l’Italia è uno dei Paesi con la percentuale più alta registrata in questa tipologia di famiglia, seconda solo alla Polonia con il 75%. 
 
Un'altra fonte di importanti ripercussioni sull'opinione pubblica è il modo di rappresentare i due generi da parte dei media: l’81% è, infatti, convinto che siano trattati diversamente. In Germania (57%), Francia (55%) e Italia (58%) i genitori insegnano ai propri figli principalmente ad essere loro stessi e non aderire agli stereotipi, mentre in Spagna l’urgenza di educare alla parità tra i sessi è vista come prioritaria (89%).  

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