I sintomi sono ben noti: stanchezza, difficoltà a concentrarsi, sbalzi di umore e ansia: sono i classici disagi legati al cambio di stagione. Spesso li chiamiamo "mal di primavera", come per sottolineare che non si tratta di una malattia in senso stretto, anche se per gli esperti è una vera e propria sindrome che colpisce oltre 2 milioni di persone nel nostro Paese. Particolarmente esposte sono le donne, colpite dal disagio circa sei volte più degli uomini. E quest'anno, il meteo "ballerino" non aiuta. I rimedi? Avere pazienza e aumentare l'attività fisica.
A tracciare il quadro è Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) e direttore del Dipartimento di neuroscienze dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano. Chi è sensibile agli influssi del tempo, quest'anno rischia di vivere una "maledetta primavera": la colpa è delle condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli, con un inverno che sembra non finire mai e che continua a perseguitarci con cielo grigio e temperature più basse della media. "Questo inverno eterno certamente non aiuta l'umore di nessuno - osserva Mencacci - e rischia di peggiorare ulteriormente lo stato d'animo di chi già vive male il cambio di stagione". I soggetti meteoropatici infatti sono particolarmente provati da questo "continuum" che si protrae da settimane, con condizioni climatiche che, fra l'altro, "sembrano rispecchiare anche il clima di incertezza del periodo che sta vivendo il Paese", aggiunge lo specialista.
In generale, spiega ancora Mencacci, "i disturbi di stagione sono legati alla modificazione della quantità di luce, che induce cambiamenti a livello cerebrale". Com'è noto, i passaggi più difficili da sopportare sono quelli legati all'avanzare della stagione fredda: con le temperature in discesa e il numero di ore di luce che si riduce progressivamente, ma anche il passaggio dall'inverno alla primavera non è indolore. Quando si va verso il freddo, i sintomi sono soprattutto stanchezza, sonnolenza, perdita di concentrazione e aumento del consumo di carboidrati, mentre l'arrivo della primavera porta con sé, oltre alla stanchezza e al calo di concentrazione, l'irritabilità, l'irascibilità e un aumento dell'ansia. "Si tratta di disturbi affettivi che, in realtà, ci mostrano come siamo in collegamento con i ritmi della natura più di quanto non crediamo", sottolinea Mencacci. Insomma, come le piante sono in fermento non appena "sentono" la bella stagione, anche a noi capita più o meno la stessa cosa. Non solo. L'arrivo della primavera e i fastidi tipici di questa stagione pesano in modo particolare "anche su quel 10% della popolazione afflitto da disturbi dell'umore, circa 5-6 milioni di persone, di cui il 40% soffre in modo particolare proprio i passaggi stagionali, con manifestazioni che vengono considerate un peggioramento".
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